Questo articolo ha l’obiettivo di spiegare i dettagli della giardiasi, una malattia parassitaria che può colpire diverse specie di mammiferi, tra cui gatti, cani e persone. L’intento è fornire ai proprietari di gatti una spiegazione semplice e chiara su questa condizione.
Cos’è la giardiasi?
La giardiasi, conosciuta anche come “febbre del castoro”, è una malattia che si sviluppa nei mammiferi a causa di un’infezione da parte del protozoo intestinale microscopico Giardia lamblia (chiamato anche Giardia duodenalis o G. intestinalis). In rari casi, anche gli esseri umani possono essere infettati da questo parassita intestinale, il che rappresenta una preoccupazione aggiuntiva per chi ha un animale domestico a cui viene diagnosticata questa malattia.
Quanto è diffusa la giardiasi?
Il parassita ha una distribuzione mondiale, che comprende anche gli Stati Uniti. Può infettare tutti i mammiferi ed è stato riscontrato nel 5-15% di gatti e cani, sebbene spesso queste infezioni siano asintomatiche e i proprietari non si accorgano della presenza del problema.
Qual è il ciclo vitale del parassita Giardia?
La Giardia lamblia (o G. lamblia) è un protozoo parassita unicellulare, talmente piccolo da poter essere osservato solo al microscopio. In passato, gli organismi che infettavano le diverse specie di mammiferi venivano classificati come specie distinte di Giardia, ma poiché risultano identici, oggi si ritiene che siano varianti di un’unica specie.
Le più recenti tecniche di analisi molecolare hanno permesso di identificare otto diversi “assemblaggi”, contrassegnati con le lettere dalla A alla H, utilizzati per distinguere le varianti del parassita.
Nei gatti l’infezione è più spesso causata dal tipo F, mentre nei cani sono più comuni i tipi C e D. Gli esseri umani, invece, vengono quasi sempre infettati dai tipi A e B. In rari casi, però, anche gatti e cani possono risultare positivi ai tipi A e B, ed è per questo che talvolta esiste la preoccupazione che le persone possano contrarre la malattia dai propri animali domestici.
Il ciclo vitale della Giardia è piuttosto semplice e prevede due stadi principali: le cisti e i trofozoiti.
- Le cisti sono strutture resistenti che permettono al parassita di sopravvivere nell’ambiente per diversi mesi. Di solito ciascuna cisti contiene due trofozoiti. Quando una cisti viene ingerita, si apre nell’intestino liberando i trofozoiti.
- I trofozoiti rappresentano la forma attiva del parassita: sono loro a interagire con l’organismo del gatto e a causare i sintomi della malattia. Tuttavia, non sono resistenti e non sopravvivono a lungo all’esterno. Se vengono eliminati con le feci, tendono a trasformarsi nuovamente in cisti, che invece sono molto più durevoli.
Come si infettano i gatti?

I gatti contraggono l’infezione da parassiti della giardia quando ingeriscono cisti o trofozoiti dalle feci di un animale infetto.
Gatti, esseri umani e altre specie possono contrarre la Giardia ingerendo cisti o trofozoiti provenienti dalle feci di animali infetti. Il contagio può avvenire attraverso il contatto diretto con altri gatti o con le loro feci (ad esempio tramite il pelo durante la pulizia reciproca), oppure tramite cibo, acqua potabile o persino terreno contaminati.
Poiché i trofozoiti non sopravvivono a lungo nell’ambiente, le cisti rappresentano la principale forma di trasmissione dell’infezione.
Come trasmettono l’infezione da Giardia i gatti infetti?
I gatti infetti iniziano a eliminare trofozoiti o cisti di Giardia con le feci entro 5-15 giorni dall’infezione. La trasmissione ad altri gatti può avvenire sia tramite contatto diretto, sia indirettamente attraverso cibo, acqua o oggetti contaminati nell’ambiente, come la lettiera.
In che modo la Giardia provoca malattie nei gatti?
Sono i trofozoiti a provocare la malattia: quando le cisti vengono ingerite, si aprono liberandoli, oppure, se i trofozoiti vengono ingeriti direttamente, iniziano subito a causare l’infezione.
Una volta presenti nell’intestino, i trofozoiti si moltiplicano, si muovono nel contenuto intestinale e si attaccano alle mucose della parete intestinale. Restano confinati nell’intestino e non vengono assorbiti dall’organismo o dal flusso sanguigno.
I trofozoiti causano diarrea alterando la normale funzione intestinale: da un lato inducono ipersecrezione, cioè un aumento della produzione di liquidi nell’intestino, che rende le feci più fluide; dall’altro provocano malassorbimento, impedendo il corretto assorbimento dei nutrienti nel flusso sanguigno, con ulteriore aumento della componente liquida delle feci.
Non tutti gli animali infetti sviluppano sintomi: la giardiasi è spesso asintomatica. La diarrea si osserva più di frequente negli animali giovani o negli individui immunodepressi, come gatti con infezioni virali (ad esempio FIV), gatti in chemioterapia, anziani o affetti da altre patologie.
Sintomi della Giardia nei gatti

Anche se hai un solo gatto, è importante fornire abbastanza lettiere in modo che il tuo gatto (o i tuoi gatti!) abbiano opzioni tra cui scegliere e un posto relativamente pulito dove andare.
Alcuni gatti infetti da giardiasi non manifestano alcun sintomo. In altri casi, invece, compare diarrea a carico dell’intestino tenue, con feci che possono variare da leggermente molli a molto acquose.
Le feci possono presentare striature di muco ed essere particolarmente maleodoranti. Possono inoltre verificarsi flatulenza, dolore addominale e vomito. Più raramente, è possibile osservare sangue nelle feci e un aumento della temperatura corporea. Nei casi più gravi o cronici possono comparire distensione addominale, letargia e perdita di peso.
Quanto è diffusa la giardiasi nei gatti?
A causa della presenza di portatori asintomatici, la reale diffusione della giardiasi può essere difficile da stimare. Studi condotti su popolazioni di gatti hanno evidenziato percentuali di infezione che vanno dal 5 al 30%, suggerendo che la malattia sia probabilmente più comune di quanto molti pensino, con numerosi casi che passano inosservati.
L’infezione risulta più frequente nelle famiglie con più gatti o in ambienti sovraffollati, come rifugi, canili e gattili. I gatti giovani, in particolare sotto i sei mesi di età, hanno una maggiore probabilità di infettarsi a causa di un sistema immunitario meno sviluppato. Gli adulti, invece, tendono più facilmente a essere portatori asintomatici.
Diagnosi della giardiasi
Se il veterinario DVM sospetta un’infezione da giardiasi nel tuo gatto, potrebbero essere necessari i seguenti passaggi.
1. Raccolta di dati anamnestici dettagliati
Il veterinario raccoglierà informazioni dettagliate sulla vita e sulla salute del gatto, compresi i contatti con altri gatti e la sua storia clinica. Poiché esistono molte altre condizioni che possono causare sintomi simili, come la malattia infiammatoria intestinale (IBD) o la presenza di ascaridi, l’anamnesi sarà fondamentale per distinguere tra le diverse possibili cause.
2. Esame fisico
Il veterinario effettuerà un esame accurato del gatto, osservando eventuali segni fisici di malattia e valutando la presenza di possibili cause alternative della diarrea.
3. Esami del sangue di routine
Gli esami del sangue di routine, come i profili ematologici e biochimici, serviranno a verificare che non ci siano altre condizioni sottostanti responsabili della malattia del gatto.
4. Campioni fecali
Il veterinario potrebbe consigliare uno o più dei seguenti test per confermare la diagnosi di giardiasi. Questi esami sono utili anche per escludere altre cause con sintomi simili, come il cryptosporidium.
- Preparato fecale a fresco: l’osservazione al microscopio di uno striscio diretto di feci o del contenuto intestinale può individuare i trofozoiti. Tuttavia, poiché l’eliminazione degli organismi può essere intermittente, questo test ha un tasso di successo relativamente basso.
- Flottazione fecale con solfato di zinco: spesso rappresenta la prima procedura raccomandata, ma rileva solo circa il 70% dei casi, proprio perché l’eliminazione della Giardia non è costante. Se si analizzano più campioni (ad esempio raccolti in tre giorni consecutivi), l’accuratezza può salire fino al 90%.
- Test immunoenzimatico fecale (ELISA): rileva gli antigeni dei trofozoiti di Giardia piuttosto che l’organismo intero. Questo lo rende meno influenzato dall’eliminazione intermittente, con un tasso di successo diagnostico superiore al 95%.
- Test di immunofluorescenza (IFA): identifica gli anticorpi contro Giardia spp. nelle feci e presenta anch’esso un’elevata accuratezza, con una percentuale di successo superiore al 95%.
- Test della reazione a catena della polimerasi (PCR): permette una diagnosi molecolare rilevando il DNA della Giardia. Pur essendo molto preciso, non è utilizzato con la stessa frequenza degli altri test.
Quanto costa un test per la giardiasi nel gatto?
È consigliabile chiedere al veterinario informazioni precise sui costi di questi test, ma in generale il prezzo può variare tra 50 e 200 dollari, a seconda dell’esame specifico eseguito.
Trattamento per la giardiasi

Mentre i gatti asintomatici potrebbero non aver bisogno di alcun trattamento, alcuni gatti avranno bisogno di una combinazione di farmaci e di una dieta blanda.
Molti gatti non hanno bisogno di trattamento per la giardiasi, poiché il loro sistema immunitario riesce a controllare l’infezione e restano senza sintomi.
Nei gatti che sviluppano la malattia, invece, è possibile ricorrere a diversi farmaci, tra cui fenbendazolo, metronidazolo, furazolidone, febantel, nitazoxanide e quinacrina.
Alcuni di questi farmaci sono soggetti a prescrizione e vanno somministrati esclusivamente sotto la supervisione di un veterinario. Alcuni, inoltre, sono considerati off-label, cioè non specificamente autorizzati per il trattamento della giardiasi: un ulteriore motivo per cui è fondamentale la guida del veterinario per garantirne un uso sicuro.
Oltre alla terapia farmacologica, spesso viene consigliata una dieta blanda di tipo gastrointestinale, utile per alleviare l’irritazione intestinale. L’impiego di probiotici è piuttosto comune e, più recentemente, è stata proposta la Microbiome Restorative Therapy (PMBRT), che consiste nella somministrazione, per via rettale o orale, di microrganismi intestinali provenienti da un animale sano.
La reinfezione è possibile, per questo è fondamentale mantenere un’igiene rigorosa nelle abitazioni in cui viene diagnosticata la Giardia. È importante disinfettare con attenzione tutte le aree che potrebbero essere state contaminate dalle feci. A questo scopo possono essere utilizzati comuni disinfettanti, come i composti di ammonio quaternario o la candeggina al cloro.