Conosci la filariosi nei gatti?
Se la risposta è no, è importante approfondire, perché si tratta di una malattia grave e potenzialmente letale, presente sia negli Stati Uniti che in altre aree del mondo.
La filariosi viene trasmessa dalle zanzare e può colpire sia i gatti che vivono all’aperto sia quelli che vivono esclusivamente in casa. La prevenzione è essenziale, poiché purtroppo non esiste alcun trattamento approvato dalla FDA o realmente efficace contro l’infezione da filariosi felina.
Cos’è la filariosi?
La filariosi è causata da un parassita chiamato *Dirofilaria immitis*. Le femmine possono raggiungere una lunghezza compresa tra 15 e 36 centimetri (6–14 pollici) e uno spessore di circa 3 millimetri (1/8 di pollice), mentre i maschi sono più piccoli. Si tratta di dimensioni considerevoli se rapportate a quelle di un gatto domestico.
La malattia è diffusa negli Stati Uniti e in altre aree del mondo con clima tropicale o temperato. Nelle regioni non endemiche può comunque rappresentare un rischio per gli animali importati da zone infette.
Come possono i gatti contrarre la filariosi felina?
I parassiti della filariosi vengono trasmessi ai gatti tramite la puntura di una zanzara. La zanzara si infetta ingerendo le microfilarie (la forma larvale iniziale del parassita) quando punge un animale già infetto, come ad esempio un cane.
All’interno della zanzara, in un periodo di 10-14 giorni, le microfilarie maturano fino a diventare larve infettive. Quando la zanzara infetta punge un nuovo animale, introduce queste larve attraverso la ferita del morso. Nel giro di circa sei-otto mesi, le larve si sviluppano in vermi adulti.
La filariosi è molto più frequente nei cani che nei gatti, anche quando vivono nelle stesse aree endemiche. Nei gatti, infatti, solo circa il 10% risulta infetto rispetto al numero di cani colpiti nella stessa regione. Questo perché i cani sono gli ospiti naturali della filariosi, mentre i gatti non lo sono.
Nel cane, i parassiti riescono a insediarsi e svilupparsi pienamente: raggiungono la maturità, si accoppiano e si riproducono, determinando spesso un elevato numero di vermi presenti nell’organismo.
A differenza dei cani, i gatti sono considerati ospiti atipici, cioè non rappresentano l’ambiente ideale per la filariosi. Di conseguenza, solo pochi parassiti riescono a svilupparsi fino allo stadio adulto e, nella maggior parte dei casi, i gatti colpiti ospitano da uno a tre vermi maturi. Nei gatti, questi vermi adulti possono sopravvivere da due a quattro anni.
Poiché la trasmissione avviene attraverso le punture di zanzara, si potrebbe pensare che un gatto che vive esclusivamente in casa sia al sicuro. In realtà, anche se i gatti che vivono all’aperto hanno un rischio maggiore per la maggiore esposizione alle zanzare, anche quelli domestici possono contrarre la filariosi.
Tuttavia, i gatti che vivono esclusivamente in casa non sono completamente al riparo dalla filariosi. Possono infatti contrarre la malattia a causa delle zanzare che entrano in casa, quando salgono su balconi o se hanno occasionali accessi all’esterno. Uno studio ha evidenziato che circa il 25% dei casi di filariosi nei gatti riguarda animali che vivono unicamente in ambienti domestici.
In che modo la filariosi colpisce i gatti?

Se il tuo gatto presenta una frequenza cardiaca anomala, il veterinario eseguirà un esame fisico completo, incluso l’ascolto del cuore del tuo gatto.
I vermi cardiaci provocano danni significativi all’organismo del gatto. Come suggerisce il nome, alcuni vermi adulti si localizzano nel cuore, ma molti colpiscono i polmoni e l’arteria polmonare, il vaso che trasporta il sangue dal cuore ai polmoni. Nei gatti, poiché pochi vermi riescono a raggiungere l’età adulta, sono spesso gli stadi immaturi a causare i danni maggiori.
Questa rappresenta la prima fase della malattia: i vermi immaturi possono migrare nelle piccole arterie polmonari, determinando gravi processi infiammatori e lesioni. Per questo motivo, nei gatti la filariosi provoca soprattutto patologie a carico dei polmoni, note come malattia respiratoria associata alla filariosi cardiopolmonare (HARD).
La seconda fase della malattia si verifica quando i vermi adulti iniziano a morire. Questo processo può scatenare una forte reazione infiammatoria o persino una risposta di tipo anafilattico, mentre la presenza fisica dei vermi può determinare la formazione di coaguli nei vasi sanguigni. In alcuni casi, i parassiti possono migrare verso altre sedi come gli occhi o il sistema nervoso, causando sintomi variabili. Tuttavia, la manifestazione più comune nei gatti resta la malattia polmonare.
Segni clinici
La filariosi nei gatti può manifestarsi con diversi sintomi. Spesso i segni sono di tipo respiratorio, come tosse o respiro sibilante, e possono essere facilmente confusi con l’asma felina. Nei casi più gravi, la malattia può non dare segnali fino al collasso o addirittura alla morte improvvisa.
I sintomi più comuni possono includere:
- Diarrea
- Vomito
- Perdita di peso
- Tosse
- Respiro sibilante
- Difficoltà respiratoria o respiro affannoso (dispnea)
- Inappetenza
- Letargia
- Collasso
- Chilotorace (accumulo di liquido nel torace)
Secondo l’American Heartworm Society, in rari casi la filariosi nei gatti può manifestarsi anche con difficoltà a camminare, convulsioni e accumulo di liquidi nell’addome (ascite).
Diagnosi della filariosi
La diagnosi di filariosi nei gatti rappresenta una vera sfida, poiché la malattia si manifesta in maniera molto diversa rispetto ai cani. Non esiste un test unico e definitivo, perciò il veterinario può decidere di ricorrere a più indagini prima di confermare la diagnosi.
Il primo passo consiste nel raccogliere una storia clinica completa del gatto: se trascorre tempo all’aperto o in casa, se ha seguito programmi di prevenzione contro la filariosi, quando sono comparsi i sintomi e in che modo si sono evoluti.
Probabilmente eseguiranno esami del sangue e delle urine per verificare eventuali patologie sottostanti o segni di una presenza di parassiti (un livello elevato di eosinofili nel sangue potrebbe renderli più sospettosi).
I test più specifici per la filariosi includono:
- Test degli anticorpi: mostra se il sistema immunitario del gatto è stato esposto ai parassiti della filariosi. Può però risultare positivo sia in caso di infezione attiva sia in gatti che hanno avuto la malattia in passato ed eliminato il parassita, rendendo difficile stabilire se l’infezione sia attuale.
- Test antigenico: rileva le femmine adulte di filaria. È molto utile nei cani, che ospitano numerosi vermi, ma nei gatti — che spesso hanno pochi vermi o nessuno — può non rilevare l’infezione anche se presente.
- Radiografie del torace: possono evidenziare un ingrossamento dell’arteria polmonare dovuto ai vermi, riscontro più comune nei cani. Nei gatti possono comunque mostrare segni di infiammazione toracica che aumentano il sospetto di filariosi.
Ecocardiografia: in alcuni casi permette di visualizzare direttamente i vermi vivi nei vasi sanguigni.
Trattamento della filariosi

Utilizzare la prevenzione della filariosi durante tutto l’anno è il modo migliore per proteggere il tuo gatto dalla filariosi.
Sfortunatamente non esiste un farmaco approvato dalla FDA per curare la filariosi nei gatti. Il medicinale usato per i cani è tossico e può risultare fatale nei felini. In alcuni casi, il gatto riesce a eliminare spontaneamente il parassita dal proprio organismo e può considerarsi “guarito”, ma ciò richiede un monitoraggio costante e cure veterinarie per tutto il tempo necessario alla completa eliminazione.
In altri casi, invece, il gatto non riesce a liberarsi del parassita e la malattia progredisce. Non essendo disponibile alcun farmaco specifico per i gatti, il trattamento si limita al supporto sintomatico. Questo include cure veterinarie tempestive durante le fasi critiche, con possibili interventi come ossigenoterapia, fluidi endovenosi e, a seconda dei sintomi, l’uso di broncodilatatori, corticosteroidi e/o antibiotici.
In alcuni casi, per trattare la filariosi si ricorre alla rimozione chirurgica dei vermi in anestesia generale. Tuttavia, questa procedura comporta rischi significativi e deve essere valutata con attenzione insieme al veterinario prima di procedere.
Nei gatti, la prevenzione rappresenta l’aspetto più importante, poiché non esiste un trattamento risolutivo per la malattia. La profilassi si basa su un trattamento regolare, da effettuare ogni anno, disponibile sotto forma di applicazioni topiche spot-on oppure di compresse masticabili.
Molte cliniche veterinarie offrono un sistema di promemoria per avvisare i proprietari quando è il momento di somministrare la profilassi. È essenziale mantenere il trattamento aggiornato per tutta la vita del gatto, senza saltare le dosi. In caso di dimenticanza, è sempre opportuno rivolgersi al veterinario per ricevere istruzioni su come procedere.