Problemi alle ghiandole anali del gatto: cause, sintomi e trattamento

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Gatto che lecca la zona delle ghiandole anali

Questo articolo ha lo scopo di illustrare i problemi legati alle ghiandole anali, o sacche anali, nei gatti.

Cosa sono le ghiandole anali e le sacche anali?

I dettagli anatomici sono rilevanti:

  • Le sacche anali sono piccole strutture simili a palloncini situate ai lati dell’ano, subito all’interno dello sfintere anale.
  • Con il termine ghiandole anali si indica invece il tessuto ghiandolare che produce la secrezione destinata a riempire le sacche.

Quando si parla di questo argomento è più pratico riferirsi alle sacche anali, poiché sono queste a rappresentare più spesso il punto centrale dei problemi.

Quali sono i dettagli delle sacche anali?

Quali sono i dettagli delle sacche anali?

Come cani, furetti, puzzole e molte altre specie, anche i gatti possiedono due sacche anali che producono una secrezione ghiandolare dall’odore intenso. Le sacche si trovano appena sotto la pelle, ai lati dell’ano, in posizione comunemente descritta come “ore 4” e “ore 8”.

Ogni sacco è collegato al retto da un piccolo condotto situato appena all’interno dell’ano. Durante la defecazione, la pressione esercitata dal passaggio delle feci comprime i sacchi anali, facendo fuoriuscire la secrezione che ricopre la superficie delle feci.

Alcuni animali riescono a svuotare le sacche anali anche indipendentemente dalla defecazione, contraendo i muscoli che le circondano e rilasciando così la secrezione separatamente.

Questa secrezione ha un ruolo fondamentale nella comunicazione tra animali: i segnali olfattivi provenienti dalle sacche anali servono infatti come marcatori territoriali, permettendo agli altri animali di riconoscere la presenza e il passaggio di un individuo.

Quali sono le cause dei problemi alle ghiandole anali del gatto?

Le sacche anali possono ammalarsi per varie ragioni, anche se nei gatti ciò accade meno frequentemente rispetto ai cani.

Il problema più comune è il mancato svuotamento corretto delle sacche, che finiscono per riempirsi eccessivamente. Normalmente hanno le dimensioni di un piccolo pisello (circa 5 mm di diametro), ma possono dilatarsi fino a superare i 10 mm, diventando dolorose e causando prurito.

Altri disturbi che possono colpire le sacche anali includono l’impatto (quando la secrezione da liquida diventa quasi solida), infezioni batteriche che possono evolvere in ascessi, e neoplasie come tumori o forme di cancro.

Perché le sacche anali diventano troppo piene?

Un'immagine relativa a un gatto con una fistola, che evidenzia una condizione medica che potrebbe richiedere cure veterinarie.

Le ghiandole anali di un gatto possono riempirsi eccessivamente se la sua dieta non è sufficientemente voluminosa da espellere le secrezioni anali durante la defecazione.

Ci sono diversi motivi per cui le sacche anali possono non svuotarsi correttamente, ma la causa più comune è legata alla dieta. In alcuni gatti, infatti, l’alimentazione non produce feci abbastanza consistenti e voluminose da comprimere le sacche e svuotarle in modo efficace.

In natura, i gatti tendono a ingerire anche parti non digeribili delle prede, come pelliccia, pelle e ossa, che attraversano l’apparato digerente intatte e danno origine a feci grandi e compatte. Queste esercitano la giusta pressione sulle sacche anali, svuotandole. I gatti domestici, invece, si nutrono per lo più di cibi industriali molto lavorati, che producono feci più piccole, meno compatte o addirittura morbide, e quindi meno efficaci nello svuotamento naturale delle sacche anali.

Per la maggior parte dei gatti, le sacche anali si svuotano naturalmente senza problemi. In alcuni casi, però, la secrezione si accumula, causando gonfiore e fastidio nella zona, con conseguente prurito.

Alcuni gatti reagiscono strisciando il posteriore sul pavimento: a volte questo comportamento riesce a favorire lo svuotamento spontaneo delle sacche. Tuttavia, più spesso le sacche restano troppo piene e fastidiose, rendendo necessario l’intervento umano per risolvere la situazione.

Sintomi di problemi alle ghiandole anali nei gatti

Il segno più comune di problemi alle ghiandole anali è il prurito e il dolore nella zona intorno all’ano. Il gatto può strisciare il posteriore sul pavimento, leccarsi sotto la coda o persino mordicchiare la base della coda.

In alcuni casi può mostrare dolore durante la defecazione nella lettiera o tenere la coda in una posizione insolita. Talvolta si può notare un cattivo odore proveniente dall’area anale, dovuto alla fuoriuscita di secrezioni maleodoranti dall’ano o da un’apertura nella pelle vicino all’ano (fistola).

Trattamento per i problemi alle sacca anali nei gatti

Un gatto bianco e nero che mette in risalto la classica colorazione di questo felino.

Mentre la maggior parte dei problemi alle ghiandole anali può essere risolta con un semplice trattamento casalingo, alcuni casi più gravi e alcune complicazioni potrebbero richiedere una visita dal veterinario affinché il gatto possa ricevere cure specialistiche.

Sacche anali troppo piene o impattate

L’impatto delle sacche anali può essere trattato con lo svuotamento manuale, una procedura che è meglio far eseguire al veterinario e che di solito può essere effettuata facilmente durante una visita di routine.

Quando le secrezioni sono molto dense o semisolide, può essere necessario instillare una soluzione salina nel sacco per ammorbidirle e favorirne l’espulsione.

Dopo l’espressione, le sacche anali possono talvolta essere lavate con soluzione salina o con una soluzione antisettica. Nei casi più complessi o dolorosi, può essere richiesta la sedazione del gatto per eseguire la procedura in sicurezza.

Infezioni batteriche delle sacche anali

Le infezioni delle sacche anali, conosciute anche come “sacculite anale”, vengono trattate inizialmente con lo svuotamento manuale delle sacche colpite. Successivamente, tramite i piccoli condotti che collegano le sacche al retto, può essere instillato un prodotto topico.

Questa infusione può contenere sostanze antisettiche o antibatteriche, farmaci antifungini e/o antinfiammatori per ridurre irritazione e infiammazione. In alcuni casi la procedura deve essere ripetuta più volte, ad esempio una volta alla settimana.

Ascessi delle sacchi anali

Se un’infezione del sacco anale evolve in un ascesso, questo deve essere drenato chirurgicamente. In alcuni casi l’ascesso può essersi già rotto spontaneamente, formando una fistola che si apre sulla pelle con fuoriuscita di secrezione accanto all’ano.

Se non è avvenuta la rottura, sarà necessario incidere l’ascesso con un bisturi. Successivamente, l’area verrà lavata con una soluzione antisettica e trattata con un prodotto topico, come un antibiotico. Spesso il veterinario prescriverà anche antibiotici sistemici per garantire una terapia più completa.

Adenorcarcinoma del sacco anale

Il cancro delle sacche anali, noto come adenocarcinoma delle sacche anali, è una condizione rara nei gatti. I sintomi più comuni comprendono difficoltà o dolore durante la defecazione, stitichezza, gonfiore accanto all’ano e, in alcuni casi, ulcerazioni o secrezioni marroni e/o con tracce di sangue.

Le feci possono presentarsi alterate nella forma e il gatto può assumere una postura anomala della coda. Come per ogni tipo di tumore, è necessaria un’indagine accurata da parte del veterinario per arrivare a una diagnosi precisa. Il trattamento può includere chirurgia, chemioterapia e, in alcuni casi, radioterapia.

Rimozione chirurgica delle sacche anali

In presenza di tumori del sacco anale, o quando un’impattazione o un’infezione non rispondono al trattamento e tendono a ripresentarsi, il veterinario può raccomandare la rimozione chirurgica delle sacche anali, nota come sacculectomia anale. Nella maggior parte dei casi vengono rimossi entrambi i sacchi, anche se il problema riguarda solo uno di essi.

Dopo l’intervento possono verificarsi alcune complicazioni, tra cui infezioni della ferita, formazione di fistole e incontinenza fecale.

Terapia aggiuntiva

Se un gatto manifesta fastidio nella zona anale a causa delle ghiandole situate sotto la coda, possono essere applicati impacchi caldi sulla regione anale due volte al giorno. Inoltre, una dieta altamente digeribile, povera di grassi e ricca di fibre può favorire la formazione di feci più compatte e voluminose, che aiuteranno a svuotare naturalmente le sacche anali durante la defecazione.

Come spremere le ghiandole anali del tuo gatto?

Un veterinario visita un gatto, durante un controllo di routine.

La prima volta potresti aver bisogno dell’aiuto di un esperto, ma spremere le ghiandole anali del tuo gatto è più semplice di quanto sembri.

In genere, la spremitura delle ghiandole anali andrebbe eseguita la prima volta sotto la supervisione di un veterinario, se si desidera imparare a farla autonomamente.

La procedura prevede l’uso di guanti protettivi: con una mano si solleva la coda del gatto e con l’altra, usando pollice e indice, si esercita una pressione delicata ma decisa sul tessuto subito sotto l’ano.

Si immagina di comprimere due piccole sacche posizionate idealmente a ore 4 e ore 8. Con la pressione graduale, le strutture simili a piselli dovrebbero ridursi di dimensioni man mano che il loro contenuto viene espulso nel retto. Talvolta la secrezione può uscire direttamente dall’ano come un getto, quindi è importante prestare attenzione per evitare di spruzzarla accidentalmente su se stessi.

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Dr. Pete Wedderburn, DVM

Il dott. Pete Wedderburn si è qualificato come veterinario a Edimburgo nel 1985 e gestisce il suo studio per animali da compagnia con 4 veterinari nella contea di Wicklow, Irlanda, dal 1991. Pete è noto come veterinario dei media con spazi regolari in TV, radio e giornali nazionali, tra cui una rubrica settimanale sul Daily Telegraph dal 2007. Pete è noto come "Pete the Vet" sulle sue affollate pagine Facebook, Instagram e Twitter, dove pubblica regolarmente informazioni su argomenti di attualità e casi reali dalla sua clinica. Tiene anche un blog regolare su www.petethevet.com. Il suo ultimo libro: "Pet Subjects", è stato pubblicato da Aurum Press nel 2017.