Se ti è capitato di guardare intensamente negli occhi del tuo gatto, forse ti sei chiesto se abbia un’anima. L’idea che i gatti — e gli animali in generale — possano avere un’anima è un concetto complesso, discusso per secoli da filosofi e teologi. La realtà è che non esiste una risposta certa: la questione dipende in gran parte dalle proprie convinzioni personali, religiose e culturali.
Tutti i proprietari di animali conoscono bene l’immenso dolore che accompagna la perdita del proprio compagno a quattro zampe. Pensare che, dopo la morte, vivano felici e senza sofferenze oltre il ponte dell’arcobaleno offre conforto e aiuta ad affrontare il lutto.
L’idea che l’anima di un animale si liberi e continui a vivere nello spirito è una consolazione potente, ma le domande e i dibattiti sorgono quando ci si chiede dove vada quell’anima dopo la morte.
In tutto il mondo, culture e religioni hanno sviluppato credenze diverse riguardo all’esistenza dell’anima negli animali e al suo destino. Per chi non ha un orientamento religioso, la questione può assumere i contorni di un enigma scientifico difficile da risolvere. Vale quindi la pena esplorare più da vicino alcune di queste idee e tradizioni.
Anime contro spiriti

Aristotele definì l’anima come il principio della vita in un essere vivente.
Senza addentrarci troppo nella filosofia, possiamo distinguere brevemente tra spirito e anima. Sebbene spesso vengano usati come sinonimi, i due termini hanno sfumature diverse. Secondo molti filosofi e tradizioni religiose, senza anima non può esserci un vero “sé”.
Aristotele considerava l’anima come il principio vitale che distingue un essere vivente da un corpo privo di vita. Lo spirito, invece, rappresenterebbe un aspetto immateriale dell’anima che conferisce capacità di ragionamento e di scelta. In quest’ottica, avere uno spirito presuppone necessariamente avere un’anima.
Dal momento che i gatti, come tutti gli animali, sono esseri viventi capaci di compiere scelte e azioni basate su un certo grado di ragionamento, si può ipotizzare che anche loro abbiano un’anima e, di conseguenza, uno spirito, proprio come gli esseri umani.
I gatti e le loro nove vite

In molte culture si pensa che i gatti abbiano molte vite.
Abbiamo tutti sentito il vecchio detto secondo cui “un gatto ha nove vite”. Ma questo non significa che i gatti abbiano nove anime: come ogni altra creatura vivente, possiedono una sola anima. L’idea delle nove vite è un mito che nasce dal fatto che i gatti spesso sopravvivono a esperienze rischiose o incidenti che potrebbero sembrare mortali.
Non è chiaro da dove derivi esattamente questa credenza, ma compare in molte culture nel corso della storia, dai proverbi inglesi all’antica mitologia egizia, ed è persino citata da Shakespeare in Romeo e Giulietta.
Il numero 9 era considerato speciale dagli antichi Greci, che — come molte altre culture — nutrivano ammirazione e rispetto per i gatti. In Spagna, però, si crede che i gatti abbiano 7 vite, mentre nella tradizione araba i miti parlano di 6 vite.
Cosa succede all’anima di un gatto quando muore?

Le diverse religioni hanno le loro opinioni sulle anime degli animali.
Per molti di noi, ciò che pensiamo accada ai nostri animali dopo la loro morte è una questione profondamente personale. Alcuni si affidano alla propria religione o a tradizioni culturali, altri cercano risposte nella scienza, oppure trovano conforto in una combinazione di entrambe le visioni. La verità è che non abbiamo certezze — e probabilmente non ne avremo mai. Spetta quindi a ciascun proprietario scegliere la convinzione che offra maggiore consolazione nel momento del dolore.
1. Cristianesimo
Nella Bibbia il tema dell’anima è trattato in modo approfondito e compare già nella *Genesi*, dove si racconta che Dio creò l’uomo dotandolo di un’anima vivente. Quando si parla delle anime degli animali, però, i testi biblici presentano punti di vista diversi e talvolta contrastanti, dando origine a interpretazioni differenti all’interno della religione.
Ad esempio, Genesi 1 sembra sottolineare la superiorità degli esseri umani sugli animali, mentre in Ecclesiaste 3 si legge che il destino degli animali è lo stesso degli uomini e che tutti, in definitiva, andiamo nello stesso luogo.
Molti cristiani sostengono che gli animali non abbiano un’anima, poiché non sono considerati alla pari degli esseri umani. Altri, invece, credono che gli animali abbiano un’anima, ma le opinioni divergono nuovamente quando si tratta di stabilire se quest’anima possa raggiungere il paradiso. Nel tempo, diversi leader religiosi hanno espresso punti di vista differenti.
Papa Francesco ha lasciato intendere di credere che tutte le creature di Dio siano accolte in paradiso, mentre Papa Benedetto XVI ha sostenuto la posizione opposta. Papa Giovanni Paolo II, a sua volta, affermò che gli animali possiedono un’anima e che possono effettivamente andare in paradiso. Il dibattito su questo tema, quindi, resta aperto e costante all’interno del cristianesimo.
2. Ebraismo
Nell’ebraismo non esiste una posizione univoca sull’inferno, ma molti rabbini concordano sul fatto che i gatti e gli altri animali possano effettivamente andare in paradiso. Nella tradizione kosher, inoltre, è vietato consumare il sangue dei mammiferi perché, secondo quanto riportato nella Torah, è proprio nel sangue che risiede l’anima di ogni essere vivente.
3. Buddismo
Nel buddismo gli animali sono considerati esseri viventi coscienti, parte del ciclo di rinascita che coinvolge tutti gli esseri senzienti e che continua fino al raggiungimento del Nirvana. Secondo questa visione, è del tutto possibile che gli animali si reincarnino come esseri umani e, allo stesso modo, che gli esseri umani si reincarnino come animali.
Queste reincarnazioni vengono spesso interpretate in relazione al karma: le azioni compiute in una vita influenzano la forma e le condizioni della successiva, attribuendo così un significato spirituale e morale al continuo intreccio tra vite umane e animali.
4. L’Islam
Nell’Islam si crede che l’anima sia eterna, sia essa umana o animale. Tuttavia, per accedere al paradiso (Jannah), ogni essere vivente deve essere giudicato da Dio: per alcuni studiosi anche gli animali sono sottoposti a questo giudizio, mentre altri sostengono il contrario.
Su questo punto non c’è una posizione univoca, ma nel Corano si afferma che, una volta in paradiso, si può avere accanto tutto ciò che si desidera — e questo include anche i propri animali domestici.
5. Induismo
A differenza di molte altre religioni, l’induismo nutre forti convinzioni riguardo all’aldilà e alla reincarnazione, unite a un profondo rispetto per tutti gli esseri viventi. Secondo gli studiosi induisti, anche gli animali possiedono un’anima e partecipano allo stesso ciclo di rinascite degli esseri umani. Si crede inoltre che l’anima di un animale possa reincarnarsi in un corpo umano come parte del percorso di avvicinamento a Dio.
Leggi anche: Quanti anni ha il mio gatto in anni umani?
-
https://mindmatters.ai/2020/02/what-is-the-difference-between-soul-and-spirit/
-
https://www.petplan.co.uk/pet-information/blog/the-facts-behind-a-cats-nine-lives/