Virus della leucemia felina (FeLV): cause, sintomi e trattamento

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Gatto marrone e bianco seduto su una piattaforma bianca

Molti proprietari di gatti hanno sentito parlare della leucemia felina, una malattia diffusa causata dall’infezione da virus della leucemia felina. Tuttavia, non sempre è chiaro di cosa si tratti, in che modo possa rappresentare un rischio per il gatto o quali misure possano essere adottate per garantire la sua protezione.

Cos’è la leucemia felina?

La leucemia felina è una forma di tumore in cui il midollo osseo e altri organi emopoietici producono un eccesso di globuli bianchi immaturi o anomali, con conseguenze anche su altri organi del corpo.

Questa malattia colpisce esclusivamente i gatti ed è provocata da un virus infettivo chiamato virus della leucemia felina (FeLV). Il FeLV appartiene alla famiglia dei retrovirus, un gruppo di virus in grado di causare tumori e altre patologie in diverse specie, compreso l’uomo.

Quanto è comune la leucemia felina?

L’incidenza della leucemia felina varia in base alla zona geografica, ma in media circa l’1-2% dei gatti sani risulta infetto. L’infezione è più frequente nei nuclei familiari con più gatti, nei soggetti già malati, nei gatti che vivono all’aperto ed è riscontrata con maggiore frequenza nei maschi rispetto alle femmine.

Come si contrae la leucemia felina nei gatti?

Il virus della leucemia felina si diffonde principalmente attraverso il contatto sociale stretto tra gatti. Questo può avvenire con la toelettatura reciproca, la condivisione di ciotole per cibo e acqua, l’uso della stessa lettiera o semplicemente dormendo vicini.

Il virus è presente nella saliva e nelle secrezioni nasali dei gatti infetti, ma anche nelle feci e nelle urine. Poiché non sopravvive a lungo nell’ambiente, la trasmissione avviene soprattutto tramite contatto diretto. Inoltre, il FeLV può essere trasmesso ai gattini già nell’utero oppure attraverso il latte materno nelle prime settimane di vita.

Cosa succede quando un gatto contrae l’infezione da leucemia felina?

L’esposizione al FeLV non porta sempre a conseguenze gravi, poiché i gatti possono reagire in modi diversi al virus. Si distinguono tre principali possibilità:

  • Alcuni gatti riescono a eliminare il virus grazie alla risposta del loro sistema immunitario e diventano immuni alla malattia.
  • Altri gatti riescono a controllare l’infezione senza eliminarla del tutto: rimangono in buona salute e non diffondono il virus.
  • In altri casi, il sistema immunitario non riesce a gestire l’infezione. Il virus persiste, circolando nel sangue e nella saliva, e questi gatti hanno un’alta probabilità di sviluppare patologie legate alla FeLV. È questo il gruppo che desta maggiore preoccupazione.

Un numero ristretto di gatti può manifestare una risposta immunitaria intermedia, che non rientra esattamente in nessuna delle tre categorie principali descritte in precedenza.

Segni e sintomi della leucemia felina

Gatto sdraiato su sfondo bianco Leucemia felina

I gatti affetti da leucemia felina diventano immunodepressi, il che può portare a una serie di problemi di salute secondari.

L’infezione persistente da FeLV provoca soprattutto una soppressione del sistema immunitario, con numerosi effetti sul corpo del gatto.

La leucemia felina può determinare:

  • Infezioni secondarie croniche e ricorrenti, come gengiviti o stomatiti, cistiti, malattie cutanee, problemi respiratori e disturbi gastrointestinali.
  • Segni clinici tipici osservabili dal proprietario, come apatia, pelo secco e trascurato, febbre alta, scarso appetito e perdita di peso.
  • Anemia grave.
  • Sviluppo di tumori multipli che colpiscono i linfonodi e altri organi interni, con conseguenti ulteriori sintomi di malattia.

Test per la leucemia felina

La maggior parte dei veterinari utilizza un esame del sangue chiamato ELISA, che rileva una proteina presente in modo costante nel sangue dei gatti con infezione persistente da FeLV.

Si tratta di test rapidi, affidabili e relativamente economici. Esiste anche una versione combinata che permette di rilevare contemporaneamente il virus dell’immunodeficienza felina (FIV), un agente diverso ma che deve spesso essere escluso quando si valutano gatti malati.

Il test rapido ELISA è un valido strumento di screening, ma può dare sia falsi positivi che falsi negativi: alcuni gatti possono risultare positivi pur non essendo infetti, mentre altri possono risultare negativi pur avendo il virus FeLV.

Per questo motivo, in caso di risultato inatteso o dubbio, è consigliato eseguire un test di conferma presso un laboratorio esterno.

Per confermare con precisione lo stato del gatto, possono essere eseguiti test più specifici e affidabili, come il rilevamento diretto del virus, il test IFA (che individua proteine virali nelle cellule del sangue) o il test PCR (che identifica il materiale genetico del FeLV).

Un risultato positivo non rappresenta sempre una diagnosi definitiva. In alcuni casi è necessario ripetere un test di controllo dopo 3-4 mesi, per stabilire con certezza lo stato a lungo termine del gatto.

Quanto costa un test per la leucemia felina?

Il costo del test FeLV dipende dall’area geografica e dal tipo di esame eseguito. In media, i test più semplici hanno un prezzo compreso tra 25 e 50 dollari, mentre quelli più complessi possono variare dai 50 ai 100 dollari o anche di più.

Trattamento della leucemia felina

La FeLV non può essere eliminata del tutto, quindi il trattamento ha principalmente finalità di supporto e palliative.

Le misure utili per mantenere un gatto positivo al FeLV nelle migliori condizioni possibili includono:

  • Prevenzione accurata contro vermi, pulci e altre malattie virali, poiché un sistema immunitario compromesso rende i gatti più vulnerabili.
  • Alimentazione di alta qualità, evitando cibi crudi che potrebbero esporre a batteri pericolosi.
  • Controlli veterinari regolari per individuare tempestivamente eventuali problemi nascosti.
  • Trasfusioni di sangue, quando necessarie.
  • Chemioterapia nei casi in cui compaiano tumori correlati al FeLV.
  • Farmaci come interferone, AZT (azidotimidina) e raltegravir, che sono stati utilizzati in alcuni casi, anche se con benefici terapeutici limitati.
  • Mantenere i gatti FeLV positivi esclusivamente in casa, lontani da gatti non vaccinati, per ridurre il rischio di trasmissione del virus.

Controllo dell’infezione da FeLV – Vaccino contro la leucemia felina

Vaccino contro la leucemia felina

Il vaccino contro la leucemia felina può aiutare a prevenire che i gatti contraggano e trasmettano il virus.

Esiste un vaccino efficace contro la FeLV. Poiché i gattini sono i più vulnerabili, è consigliato vaccinarli tutti, a meno che i proprietari non siano assolutamente certi che non entreranno in contatto con gatti portatori del virus (ad esempio, gatti che vivono esclusivamente in casa).

Per i gatti adulti, i richiami vanno programmati in base al livello di rischio: quelli che vivono solo in casa hanno un rischio molto basso, mentre i gatti che escono all’aperto e interagiscono con altri gatti hanno un rischio significativamente più alto e beneficiano maggiormente della vaccinazione ripetuta.

Effetti collaterali del vaccino contro la leucemia felina

La maggior parte dei gatti non presenta effetti collaterali evidenti dopo la vaccinazione contro la leucemia felina. Come per tutti i vaccini, l’incidenza di complicazioni è bassa e può includere gonfiore nel punto di iniezione e, molto raramente, lo sviluppo di un tumore nella sede del vaccino mesi o anni dopo.

Per questo motivo, i veterinari preferiscono spesso somministrare il vaccino in un arto piuttosto che nella parte posteriore del collo. Nel raro caso in cui si sviluppi un tumore nel sito di iniezione, un posizionamento sull’arto offre infatti maggiori possibilità di trattamento efficace rispetto alla zona del collo.

Fasi finali della leucemia felina

Siti di linfoma nei gatti

I linfomi si sviluppano più comunemente nel tratto gastrointestinale, ma possono svilupparsi in tutto il corpo.

In conclusione, la FeLV è una malattia grave e spesso letale. Nei gatti con infezione persistente, la prognosi rimane molto riservata. Secondo uno studio, la sopravvivenza media dopo la diagnosi è di circa 2,5 anni, rispetto ai circa 6,5 anni osservati nei gatti non infetti della stessa età.

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Dr. Pete Wedderburn, DVM

Il dott. Pete Wedderburn si è qualificato come veterinario a Edimburgo nel 1985 e gestisce il suo studio per animali da compagnia con 4 veterinari nella contea di Wicklow, Irlanda, dal 1991. Pete è noto come veterinario dei media con spazi regolari in TV, radio e giornali nazionali, tra cui una rubrica settimanale sul Daily Telegraph dal 2007. Pete è noto come "Pete the Vet" sulle sue affollate pagine Facebook, Instagram e Twitter, dove pubblica regolarmente informazioni su argomenti di attualità e casi reali dalla sua clinica. Tiene anche un blog regolare su www.petethevet.com. Il suo ultimo libro: "Pet Subjects", è stato pubblicato da Aurum Press nel 2017.