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Gli occhi dei gatti sono diversi dai nostri, progettati per aiutarli a cacciare in condizioni di scarsa illuminazione. Questi predatori riescono a percepire un insetto dall’altra parte della stanza e a seguire un puntatore laser con la coda dell’occhio.
Ma quando un bocconcino si trova proprio accanto alle loro zampe, a volte lo ignorano. Questo accade perché la loro vista è meno precisa da vicino e fanno affidamento anche su altri sensi, come olfatto e vibrisse.
Quindi, cosa vedono davvero i gatti quando osservano il mondo che li circonda?
In che modo gli occhi dei gatti sono diversi?
I gatti non vedono il mondo con gli stessi colori, luminosità e contrasti che percepiamo noi. Le differenze anatomiche dei loro occhi li portano a un’esperienza visiva distinta, modellata dalle loro esigenze di predatori notturni.
Le pupille dei gatti sono ellittiche e possono restringersi in sottili fessure verticali. Questa caratteristica consente un controllo molto preciso della quantità di luce che entra nell’occhio e aiuta nella percezione della profondità e delle distanze, aspetti fondamentali per la caccia.
Un’altra caratteristica unica è la terza palpebra, detta anche membrana nittitante, che protegge l’occhio e può scorrere sulla cornea per rimuovere sporco e detriti.
La retina, infine, mostra la differenza più importante: sia gatti che umani hanno cellule chiamate bastoncini (sensibili alla luce e al movimento) e coni (che percepiscono i colori), ma in proporzioni diverse. I gatti hanno molti più bastoncini e meno coni, il che li rende eccellenti nel vedere al buio e nel rilevare movimenti rapidi, ma meno abili nel distinguere colori e dettagli rispetto a noi.
Gran parte dell’anatomia e della fisiologia del gatto riflette la sua evoluzione come predatore. Essendo carnivoro obbligato, il suo corpo è costruito per la caccia: arti agili e potenti per balzi rapidi, un olfatto finissimo per individuare le prede e un’incredibile capacità di muoversi in modo silenzioso attraverso l’ambiente, rendendolo un cacciatore naturale estremamente efficace.
Visione del gattino appena nato
Sapevi che i gattini hanno sempre gli occhi blu nelle prime settimane di vita? Aprono gli occhi tra gli 8 e i 12 giorni, ma all’inizio la loro visione è sfocata perché non è ancora del tutto sviluppata.
In questa fase le pupille stanno ancora imparando a reagire correttamente alla luce, perciò è importante proteggerli da fonti luminose troppo intense. Con il passare delle settimane, man mano che diventano più attivi e iniziano a esplorare il mondo che li circonda, la loro vista si affina e diventa sempre più nitida.
Condizioni di scarsa illuminazione

La vista dei gatti è adattata per vedere bene in condizioni di scarsa illuminazione, rendendoli eccellenti cacciatori al tramonto e all’alba. Shutterstock.com
I gatti sono animali crepuscolari, cioè più attivi all’alba e al tramonto, quando hanno maggiori possibilità di cacciare piccole prede. I loro occhi sono perfettamente adattati a queste condizioni di luce fioca: possiedono infatti un numero molto elevato di recettori a bastoncelli, che rendono la loro visione notturna nettamente superiore alla nostra.
Un altro adattamento è il tapetum lucidum, uno strato riflettente situato dietro la retina. Questo funziona come uno “specchio biologico”, riflettendo la luce che attraversa l’occhio e dandole una seconda possibilità di colpire i fotorecettori. È grazie a questa struttura che i gatti riescono a vedere così bene anche in condizioni di quasi totale oscurità e che i loro occhi brillano al buio quando riflettono la luce.
Brevi distanze
Il comportamento di caccia dei gatti si basa soprattutto sullo stalking, cioè sull’avvicinamento furtivo alla preda, seguito da un balzo finale a distanza ravvicinata. Per questo motivo non hanno grande necessità di una visione a lunga distanza e si stima che riescano a vedere nitidamente fino a circa 6 metri (20 piedi).
Anche da vicino, però, non vedono perfettamente: i muscoli che controllano le loro pupille non permettono una messa a fuoco accurata a distanza ravvicinata. La loro vista è più chiara proprio intorno ai 6 metri, mentre oggetti molto più vicini o più lontani tendono ad apparire sfocati.
Visione periferica
Gli occhi umani hanno un campo visivo di circa 180 gradi, mentre i gatti arrivano a circa 200 gradi. Questa differenza è dovuta al numero maggiore di bastoncelli nella loro retina e alla particolare conformazione dei loro occhi.
Pur avendo gli occhi rivolti in avanti — caratteristica che favorisce la percezione della profondità — la visione periferica più ampia consente ai gatti di osservare una porzione maggiore dell’ambiente circostante. Questo è un grande vantaggio per un predatore, perché permette di individuare più facilmente piccoli movimenti o prede ai margini del loro campo visivo.
I gatti vedono i colori?
Ora sappiamo che i gatti eccellono nella visione in penombra, vedono meglio intorno ai 6 metri (20 piedi) e hanno un campo visivo ampio grazie alla loro periferia estesa. Ma come appare il mondo a colori attraverso i loro occhi?
La percezione dei colori negli animali dipende strettamente dal tipo e dal numero di coni presenti nella retina, ovvero le cellule responsabili della visione cromatica. I gatti hanno meno coni rispetto agli esseri umani e questo influenza direttamente la loro capacità di distinguere le diverse tonalità.
Gli esseri umani possiedono tre tipi di coni, che ci permettono di distinguere il rosso, il verde e il blu. Alcuni uccelli e pesci arrivano addirittura ad averne quattro, consentendo loro di percepire la luce nello spettro ultravioletto. Al contrario, animali notturni come i procioni hanno un solo fotopigmento e quindi una visione dei colori molto limitata. Molti altri mammiferi, come cani e cavalli, hanno due tipi di coni e vedono bene il blu-violetto, ma non distinguono il giallo-verde e il rosso, in modo simile alle persone con daltonismo rosso-verde.
I gatti si collocano in una posizione intermedia. Anche loro hanno tre tipi di coni, ma in numero molto inferiore rispetto a noi. Questo significa che probabilmente non percepiscono la stessa ricchezza di sfumature che vediamo noi e hanno uno spettro di colori più ristretto. Alcune ricerche recenti suggeriscono che la loro visione somigli a quella di chi è daltonico al rosso-verde, quindi con difficoltà a distinguere certe tonalità di rosso e verde, mentre vedono meglio blu e gialli.
Vedere il mondo attraverso i sensi

I gatti non si affidano solo alla vista per orientarsi nel mondo: hanno anche baffi sensibili, udito e olfatto.
Quando pensiamo alla percezione del mondo, tendiamo a concentrarci sulla vista, che per noi esseri umani è il senso predominante e fondamentale per la vita quotidiana.
Anche per i gatti la vista ha un ruolo importante, soprattutto perché è adattata al loro stile di vita da predatori crepuscolari. Tuttavia, non si affidano soltanto agli occhi: fanno grande uso anche degli altri sensi — olfatto, udito e tatto tramite le vibrisse — per orientarsi, cacciare e interpretare l’ambiente che li circonda.
Basettoni
I gatti utilizzano i baffi come un vero e proprio sistema sensoriale tattile, che li aiuta a “vedere” e interpretare ciò che li circonda. Le vibrisse sono estremamente sensibili e svolgono un ruolo importante nell’equilibrio, nella consapevolezza spaziale e nella navigazione.
Grazie a questi sottili recettori, i gatti riescono a muoversi con sicurezza anche in spazi ristretti o in condizioni di scarsa illuminazione, valutando distanze e ostacoli senza bisogno di affidarsi soltanto alla vista.
Profumo
I gatti possiedono un olfatto straordinario: nei loro nasi ci sono oltre 200 milioni di recettori olfattivi, più di quaranta volte quelli degli esseri umani. Non c’è da stupirsi, quindi, se riescono a cogliere odori e segnali che a noi sfuggono completamente.
Anche se la loro vista a lunga distanza non è particolarmente acuta, il loro naso compensa ampiamente, permettendo loro di raccogliere informazioni dettagliate sull’ambiente circostante e di interpretare il mondo attraverso indizi olfattivi sottilissimi.
Udito
Un altro senso altamente sviluppato nei gatti è l’udito. Riescono a percepire suoni da quattro a cinque volte più lontani rispetto a noi e hanno la capacità di captare una gamma di frequenze molto più ampia.
Sono particolarmente sensibili ai suoni acuti, come lo squittio di un topo, e possono distinguere con precisione la provenienza di rumori generati a pochi centimetri di distanza l’uno dall’altro. Questa abilità li rende predatori eccezionalmente efficaci e attenti a ogni minimo dettaglio sonoro.
I gatti vedono il mondo nel modo giusto
Quindi, come vedono davvero il mondo i gatti? Proprio nel modo in cui è stato progettato per loro. La loro vista è perfettamente adattata per individuare prede veloci a breve distanza e in condizioni di scarsa illuminazione, mentre gli altri sensi — olfatto, udito e vibrisse — li aiutano a orientarsi con precisione nell’ambiente.
Predatori crepuscolari per natura, i gatti sono più attivi all’alba e al tramonto, quando le loro capacità visive offrono il massimo vantaggio. Durante il giorno, invece, possono permettersi di sonnecchiare, poiché la luce intensa e i colori vivaci non sono ciò che li favorisce di più.







