
Il fenobarbitale è un farmaco anticonvulsivante ampiamente utilizzato in medicina veterinaria per il trattamento e la gestione delle condizioni che causano crisi convulsive negli animali.
In questo articolo verrà spiegato come il fenobarbitale agisce nei pazienti affetti da disturbi convulsivi, quali sono i principali effetti collaterali da monitorare e verranno fornite risposte ad alcune domande frequenti sul suo utilizzo.
Panoramica sul fenobarbitale per gatti
Informazioni sul fenobarbitale per gatti

Il fenobarbitale appartiene alla classe dei barbiturici, farmaci che agiscono come depressori del sistema nervoso centrale (SNC). I barbiturici possono essere utilizzati come sedativi, per ridurre l’ansia o, più comunemente in medicina veterinaria, per controllare i disturbi convulsivi.
Una crisi convulsiva si verifica quando nel cervello avviene una scarica improvvisa e anomala di segnali elettrici, che provoca un’attività involontaria del corpo nota come convulsione.
Durante una crisi, il paziente perde spesso conoscenza e può manifestare spasmi muscolari o irrigidimento completo del corpo. Nei gatti e nei cani, si possono osservare anche sintomi come bava eccessiva, minzione o defecazione involontaria, che sono conseguenze della perdita temporanea di controllo muscolare.
Le crisi convulsive possono avere molteplici cause. Alcune derivano da anomalie strutturali del cervello, come la presenza di tumori o di lesioni infiammatorie. Altre possono essere legate a disturbi medici sistemici, tra cui malattie epatiche o renali, avvelenamenti dovuti all’ingestione di sostanze tossiche o ipoglicemia (abbassamento eccessivo dei livelli di zucchero nel sangue), che può verificarsi nei gatti diabetici.
Tuttavia, in molti casi le crisi sono associate a una condizione chiamata epilessia idiopatica. In questo tipo di epilessia, le convulsioni sono dovute a una sovraeccitazione neurologica che causa un attacco, ma senza una causa identificabile. Gli animali affetti da epilessia idiopatica presentano solitamente esami diagnostici, come la risonanza magnetica cerebrale, del tutto normali.
Come farmaco anticonvulsivante, il fenobarbitale agisce riducendo l’attività elettrica anomala nel cervello che causa le crisi convulsive, contribuendo così a limitarne la comparsa e la frequenza. Esistono diversi tipi di farmaci anticonvulsivanti, ognuno con un meccanismo d’azione specifico e un diverso livello di efficacia a seconda del paziente e della causa sottostante.
Il fenobarbitale è uno dei farmaci anticonvulsivanti più antichi e consolidati utilizzati nella medicina veterinaria. È da tempo un trattamento di riferimento per la gestione dei disturbi convulsivi nei gatti, grazie alla sua efficacia nel controllo delle crisi e alla possibilità di un monitoraggio preciso dei livelli terapeutici nel sangue.
A cosa serve il fenobarbitale per i gatti?

I barbiturici, come il fenobarbitale, agiscono deprimendo il sistema nervoso centrale (SNC). Questo tipo di farmaco inibisce diversi neurotrasmettitori, tra cui acetilcolina, noradrenalina e glutammato, riducendo così l’attività neuronale e stabilizzando l’attività elettrica cerebrale.
Il meccanismo principale del fenobarbitale consiste nell’innalzare la soglia convulsiva, cioè rendere necessario un livello molto più alto di sovraeccitazione elettrica nel cervello per innescare una crisi. In questo modo, il farmaco contribuisce a ridurre la frequenza e l’intensità degli episodi convulsivi.
Il grado di depressione del sistema nervoso centrale indotto dal fenobarbitale varia in base al dosaggio somministrato. Anche fattori come l’età del paziente, le sue condizioni fisiche generali e l’eventuale assunzione di altri farmaci possono influenzare la risposta all’effetto del fenobarbitale.
Sebbene sia in uso da molti anni, il fenobarbitale rimane uno dei farmaci più efficaci come trattamento primario, o monoterapia, per la gestione delle crisi convulsive. Spesso risulta più efficace come prima scelta rispetto ad altri anticonvulsivanti, come la zonisamide e il bromuro di potassio.
Un ulteriore vantaggio del fenobarbitale è il suo costo contenuto, che lo rende particolarmente indicato per le terapie a lungo termine. In alcuni casi, infatti, può rappresentare un’alternativa più pratica rispetto ad altri farmaci anticonvulsivanti moderni, come il Keppra (levetiracetam), che pur essendo efficace tende a essere molto più costoso.
Effetti collaterali del fenobarbitale nei gatti

Un effetto collaterale comune del fenobarbitale è l’eccessivo consumo di acqua e la minzione.
Gli effetti collaterali più comuni osservati nei gatti trattati con fenobarbitale includono difficoltà di equilibrio o coordinazione durante la deambulazione, sonnolenza o letargia, prurito al viso, aumento dell’appetito (che può portare a un incremento di peso) e un’eccessiva assunzione di acqua accompagnata da minzione più frequente.
Sebbene siano eventi molto rari, sono state segnalate anche reazioni di tipo immunomediato, tra cui la riduzione del numero dei globuli bianchi e delle piastrine, che possono compromettere la normale risposta immunitaria e la coagulazione del sangue.
Poiché il fenobarbitale agisce deprimendo il sistema nervoso centrale, a dosi elevate può causare depressione respiratoria, cioè una respirazione meno efficace. I gatti tendono a essere più sensibili a questo effetto rispetto ad altre specie, anche se, nella maggior parte dei casi, si manifesta solo quando vengono somministrate dosi superiori a quelle terapeutiche.
Il fenobarbitale viene ampiamente metabolizzato dal fegato. Nei cani, è comune osservare un aumento temporaneo dei valori epatici nelle analisi del sangue durante le prime settimane di trattamento. Nei gatti, invece, questo effetto è molto meno frequente: essi non sembrano mostrare la stessa sensibilità epatica e le anomalie nei valori del fegato sono considerate rare.
Tuttavia, il fenobarbitale deve essere utilizzato con particolare cautela nei gatti affetti da disturbi epatici. Poiché una corretta funzionalità del fegato è essenziale per il metabolismo di questo farmaco, i veterinari solitamente eseguono esami del sangue prima di iniziare la terapia e successivamente li ripetono a intervalli regolari, in genere ogni sei mesi, per monitorare lo stato di salute dell’organo.
Il fenobarbitale deve essere somministrato con prudenza anche nei gatti che presentano disidratazione, anemia (basso numero di globuli rossi) o patologie cardiache e respiratorie, poiché queste condizioni possono aumentare il rischio di effetti collaterali o complicazioni durante il trattamento.
Sebbene il fenobarbitale non abbia un effetto diretto sui reni, la sua capacità di abbassare la pressione sanguigna (ipotensione) può, in alcuni casi, compromettere la funzionalità renale se la pressione all’interno dei reni scende troppo. Questo rischio si manifesta principalmente in caso di dosi elevate o di sovradosaggio.
All’inizio del trattamento con fenobarbitale è normale osservare sintomi come sonnolenza marcata, ridotta energia, aumento della sete e dell’appetito e una maggiore frequenza nella minzione. Questi effetti tendono a diminuire spontaneamente dopo circa tre o quattro settimane, una volta che l’organismo si abitua al farmaco.
In caso di sovradosaggio, i segni più comuni nei gatti includono difficoltà a camminare o a mantenere l’equilibrio, accompagnate da letargia e sedazione accentuata. In tali situazioni, è fondamentale contattare immediatamente il veterinario per ricevere assistenza.
Il fenobarbitale può interagire con diversi altri farmaci, influenzandone l’efficacia o aumentando il rischio di effetti collaterali. Nei gatti, le interazioni più comuni si verificano con farmaci come la mirtazapina (uno stimolante dell’appetito), la dexmedetomidina (un sedativo) e gli oppioidi come la buprenorfina, che devono essere somministrati con cautela poiché possono potenziare l’effetto sedativo del fenobarbitale. Anche l’uso concomitante con antistaminici può aumentare la sedazione.
Inoltre, il fenobarbitale può ridurre l’efficacia di numerosi altri farmaci, poiché accelera il metabolismo di diverse sostanze nell’organismo. Di conseguenza, le dosi di alcuni medicinali possono necessitare di aggiustamenti quando si inizia o si interrompe la terapia con fenobarbitale.
Per garantire la massima sicurezza, è sempre importante informare il veterinario di tutti i farmaci, integratori o prodotti naturali che il gatto sta assumendo prima di iniziare il trattamento con fenobarbitale.
Se sospettate che il vostro gatto stia manifestando effetti collaterali durante l’assunzione di fenobarbital, o se pensate che possa aver assunto una dose eccessiva, contattate immediatamente il vostro veterinario o il neurologo veterinario. Per assistenza aggiuntiva, potete anche chiamare il Centro antiveleni per animali ASPCA (Stati Uniti: 1-888-426-4435) oppure la Pet Poison Helpline (Stati Uniti: 1-855-764-7661) per ricevere ulteriori indicazioni su come procedere.
Dosaggio del fenobarbitale per i gatti

Sebbene il fenobarbitale sia considerato un farmaco sicuro per i gatti, può creare notevoli problemi se assunto in dosi troppo elevate, in sovradosaggio o se utilizzato in modo non corretto.
Il fenobarbital viene utilizzato in medicina veterinaria in modo extra-label, cioè al di fuori delle indicazioni approvate dalla FDA. Ciò è consentito purché esista una relazione veterinario-paziente attiva, che permetta al medico di prescrivere il farmaco in modo appropriato e sicuro. L’uso di farmaci destinati agli esseri umani anche per gli animali domestici è una pratica comune e spesso necessaria in veterinaria.
Il fenobarbital è classificato come sostanza controllata di classe IV, il che significa che, almeno per quanto riguarda l’uso umano, presenta un potenziale rischio di abuso. Per questo motivo, le quantità prescritte e le eventuali ricariche sono soggette a un attento monitoraggio e regolamentazione.
Il fenobarbital è comunemente prescritto anche alle persone per il trattamento delle crisi convulsive e di alcuni disturbi del sonno. Tuttavia, è fondamentale non somministrare mai farmaci destinati all’uso umano al proprio gatto, poiché le dosi terapeutiche possono differire in modo significativo tra le due specie. Anche una piccola variazione nel dosaggio può causare gravi effetti collaterali o tossicità nei gatti.
Il fenobarbitale è considerato un farmaco sicuro per i gatti quando viene somministrato nelle dosi corrette e sotto supervisione veterinaria. Tuttavia, se assunto in quantità eccessive, in caso di sovradosaggio o di uso improprio, può provocare effetti avversi importanti e potenzialmente pericolosi per la vita dell’animale.
Per queste ragioni, non viene fornita in questa sede una dose specifica di fenobarbital. È fondamentale consultare sempre il veterinario prima di iniziare la somministrazione di un farmaco di questo tipo, poiché il dosaggio deve essere personalizzato in base al singolo gatto e alle sue condizioni cliniche.
È altrettanto importante non somministrare mai una dose extra di fenobarbital né modificare autonomamente la quantità del farmaco in caso di crisi convulsiva recente. Se il gatto sta avendo un attacco, occorre portarlo immediatamente al più vicino ospedale veterinario per ricevere assistenza. Non bisogna mai tentare di somministrare un farmaco per via orale durante una crisi convulsiva.
L’uso sicuro del fenobarbital richiede il monitoraggio dei livelli ematici del farmaco tramite analisi del sangue periodiche, da eseguire idealmente ogni sei mesi. Questi controlli permettono di verificare che il farmaco si mantenga entro i livelli terapeutici, di determinare il dosaggio più efficace e di valutare se siano necessarie modifiche. I livelli sierici devono sempre essere ricontrollati dopo qualsiasi variazione della dose.
Il fenobarbital può essere somministrato sia con che senza cibo, ma nei casi in cui si verifichino disturbi digestivi è consigliabile somministrarlo insieme al pasto, poiché questo può aiutare a ridurre l’irritazione gastrica.
Il farmaco non deve mai essere interrotto bruscamente, poiché ciò può causare una sindrome da astinenza, anche se il gatto ha assunto il fenobarbital solo per poche settimane. La sospensione deve sempre avvenire in modo graduale, riducendo progressivamente la dose per permettere all’organismo di adattarsi.
Un’interruzione troppo rapida può provocare la ricomparsa delle crisi convulsive. Per questo motivo, durante la fase di riduzione del fenobarbital, il veterinario introduce spesso un altro farmaco anticonvulsivante per garantire la continuità del controllo delle crisi.
Disclaimer sul dosaggio dei farmaci: siamo in grado di fornire solo le dosi per farmaci approvati dalla FDA per l’uso sui gatti e solo in base a quanto stabilito dalle linee guida dell’etichetta. Per i farmaci utilizzati off-label possiamo solo fornire linee guida e informazioni di sicurezza per l’uso. Il dosaggio sicuro e appropriato per i farmaci off-label può essere determinato solo da un veterinario di base.
Vi invitiamo a collaborare con il vostro veterinario per determinare se un farmaco specifico è adatto al vostro gatto. Modificare o aggiustare la dose per il vostro gatto senza consultare un veterinario può comportare dei rischi. Non incoraggiamo l’uso di farmaci prescritti per uso umano sugli animali domestici senza aver prima consultato il veterinario di base.







