Lo studio del comportamento dei gatti è affascinante sotto molti aspetti, e il modo in cui comunicano tra loro suscita grande interesse sia nei proprietari sia nei veterinari.
Da proprietario di gatti e veterinario con una passione particolare per il comportamento animale, ho avuto l’opportunità di vivere e lavorare con loro per molti anni e continuo ancora oggi a scoprire aspetti sempre nuovi e sorprendenti della loro comunicazione.
La comunicazione felina è un sistema complesso che si articola su diversi livelli: vocalizzazioni, linguaggio del corpo, contatto fisico e segnali olfattivi. Alcuni messaggi possono essere molto sottili, come un lento battito di palpebre, mentre altri risultano decisamente più espliciti, come i sibili o i miagolii che accompagnano uno scontro.
E, come per molti aspetti della vita dei gatti, c’è sempre più di quello che sembra. Continua a leggere per esplorare meglio l’intricato linguaggio dei nostri compagni felini, dai gattini agli adulti.
Segnali visivi
La comunicazione visiva è una parte essenziale del linguaggio dei gatti. I comportamenti aggressivi veri e propri compaiono raramente senza un’escalation progressiva, che inizia con segnali visivi evidenti: modifiche nella postura del corpo, espressioni facciali accentuate e il rizzarsi del pelo per apparire più grandi e minacciosi.
1. Posizione della coda
La coda è uno dei segnali più evidenti per capire lo stato d’animo del gatto. Quando è dritta e alta mentre si avvicina a un altro gatto o a una persona, indica un atteggiamento amichevole e socievole. Se la coda trema leggermente, è un chiaro segno di gioia ed entusiasmo nel salutare.
Al contrario, una coda gonfia con il pelo rizzato o che si muove rapidamente da un lato all’altro segnala aggressività o forte agitazione. Se invece viene tenuta ripiegata tra le zampe posteriori, il messaggio è di sottomissione o nervosismo. Una coda sollevata a metà, infine, riflette curiosità e interesse.
2. Espressioni facciali
Occhi, orecchie e bocca sono strumenti fondamentali della comunicazione felina. Pupille strette, baffi aperti a ventaglio e orecchie dritte ma ruotate verso l’esterno indicano aggressività. Al contrario, pupille dilatate, baffi ravvicinati e orecchie appiattite contro la testa segnalano paura o insicurezza.
Anche lo sguardo ha un grande valore comunicativo: un contatto visivo diretto e prolungato, senza ammiccare, è un chiaro segnale di sfida, mentre battiti lenti delle palpebre durante uno sguardo rilassato comunicano fiducia, calma e affetto.
3. Posture

Alcuni gatti inarcano la schiena per allungarsi, ma questa posizione può anche indicare aggressività o atteggiamento difensivo.
Il gatto può comunicare i suoi stati d’animo anche attraverso l’intero corpo. Una schiena inarcata indica spesso aggressività o difesa, così come una postura bassa, vicina al terreno, accompagnata da colpi di coda nervosi.
Quando è in modalità caccia, assume invece il classico “accovacciamento da predatore”, con il corpo allungato e pronto a balzare. Al contrario, se si rotola sulla schiena, sta mostrando un atteggiamento amichevole oppure, in certi casi, sottomesso.
Comunicazione tattile
I gatti, pur dando l’impressione di essere animali indipendenti, quando vivono in gruppi sociali usano vari modi di comunicare attraverso il contatto fisico. I gatti legati affettivamente, ad esempio, spesso dormono accoccolati l’uno accanto all’altro e si usano come cuscino: questo comportamento è chiamato pillowing.
Un altro gesto frequente è l’allogrooming, quando si puliscono a vicenda, oppure l’allorubbing, quando strofinano muso e corpo l’uno contro l’altro. Questi atteggiamenti non solo rafforzano i legami sociali, ma contribuiscono anche al trasferimento degli odori e alla comunicazione olfattiva. A volte si possono osservare due gatti che si appoggiano schiena contro schiena intrecciando le code: un gesto che si ritiene essere una forma di comunicazione sociale.
Segnali olfattivi
L’olfatto è un canale di comunicazione essenziale per i gatti. Il loro senso olfattivo è molto più sviluppato rispetto a quello umano e, grazie all’organo vomeronasale (o organo di Jacobson), sono in grado di percepire e decifrare i feromoni: messaggi chimici che veicolano informazioni importanti tra individui della stessa specie.
1. Feromoni
Quando vedi il tuo gatto “assaggiare” l’aria con il muso contratto in una smorfia particolare, molto probabilmente sta analizzando feromoni attraverso l’organo vomeronasale, situato sul palato. Questi messaggi chimici sono fondamentali perché trasmettono informazioni molto specifiche e possono persistere a lungo nell’ambiente.
I feromoni possono comunicare diversi tipi di messaggi: la marcatura del territorio, un saluto, la disponibilità sessuale, un avvertimento oppure l’indicazione di individui e luoghi percepiti come sicuri. Per diffondere queste tracce olfattive, i gatti utilizzano ghiandole odorifere localizzate su guance, mento e fronte, lasciando marcature che servono sia a sé stessi sia ad altri gatti.
2. Urina e feci

Tutti i gatti possono spruzzare urina, ma i gatti maschi non castrati sono più inclini a spruzzare urina.
I gatti usano anche la spruzzatura di urina come metodo di marcatura olfattiva, attraverso cui comunicano informazioni sul territorio, sugli altri individui e sulla disponibilità sessuale. Questo comportamento è più comune nei maschi non sterilizzati, ma può verificarsi in gatti di qualsiasi sesso ed età.
Il ruolo delle feci nella comunicazione è meno definito. Si nota però che, quando defecano all’interno del proprio territorio, i gatti tendono a sotterrare gli escrementi, mentre li lasciano scoperti se si trovano vicino ai confini, probabilmente per segnalare la propria presenza a eventuali intrusi.
Comunicazioni vocali
I gatti hanno un repertorio di vocalizzazioni sorprendentemente ampio, più vario rispetto a quello della maggior parte degli altri carnivori. Molti di questi suoni compaiono soprattutto nell’interazione con gli esseri umani, come il miagolio per chiedere cibo o le fusa durante i momenti di affetto, ma i gatti comunicano vocalmente anche tra loro. Alcune razze, come il siamese, sono particolarmente conosciute per la loro loquacità e per la vasta gamma di suoni che sanno produrre.
1. Il miagolio
Il tipico miagolio del gatto è legato soprattutto alla comunicazione tra i gattini e la loro madre. Uno studio svedese ha però dimostrato che i gatti adulti utilizzano questo suono quasi esclusivamente nei confronti degli esseri umani, e non per comunicare con altri gatti.
2. Fusa
I mormorii, come le fusa e il trillo di saluto, sono in genere segnali di benessere e cordialità. I gattini e le loro madri fanno spesso le fusa durante l’allattamento, mentre i gatti adulti possono emetterle quando si puliscono a vicenda. Alcuni mici usano le fusa, il trillo o perfino un breve cinguettio come saluto, sia rivolto agli esseri umani sia ad altri gatti.
3. Suoni aggressivi

Le vocalizzazioni aggressive nei gatti sono spesso piuttosto semplici da capire.
Le vocalizzazioni a bocca aperta rappresentano spesso segnali di aggressività. Possono manifestarsi sotto forma di ringhi, ululati o lamenti e assumere sia una funzione offensiva sia difensiva. Se questi richiami non bastano a ridurre la tensione, il gatto può passare a sputi o vocalizzazioni più aspre, che spesso anticipano uno scontro fisico con artigli e morsi.
4. Suoni predatori
I gatti producono un caratteristico suono simile a un cinguettio quando individuano una preda, come un uccello o un piccolo mammifero. Possono anche emettere brevi squittii dettati dall’eccitazione. È un suono che molti proprietari riconoscono bene, specialmente se il loro gatto passa molto tempo a guardare fuori dalla finestra.
Leggi anche: 7 motivi per cui il tuo gatto miagola e come aiutarlo!